sabato 29 marzo 2014

Ora legale: il piacere o la paura del cambiamento

Oggi alcuni quotidiani titolavano così per annunciare il cambio dell'ora di questa notte:
"come prepararsi...", "come affrontare..." ecc., ponendo enfasi sul disagio comportato da questo cambio.
Il fatto che in Italia si dedichi così tanta attenzione per il semplice passaggio all'ora legale o quella solare, mi fa tanto sorridere e nel contempo intristire.
Perchè anche questo è un modo per tentare di condizionarci ed ipnotizzarci circa la difficoltà di gestire qualsivoglia cambiamento, anche il più innocuo come può essere lo spostamento delle lancette dell'orologio in avanti di un'ora.

Si fa appello al dover gestire il cambiamento dei ritmi circadiani, ai disagi del sonno, all'aumento della depressione, in sostanza alla paura di cambiare.
Cosa dovrebbero dire allora tutte le persone che per esigenze varie si spostano continuamente da un continente all'altro o da uno stato all'altro? sono tutti malati? o forse sono più aperti e disponibili ai cambiamenti? Personalmente ho già spostato tutte le lancette degli orologi in avanti e "non vedo l'ora" di godere delle ore diluce serali che da domani si allungheranno. Il fatto che dormirò un'ora in meno non è diverso da quando scelgo di andare a letto molto tardi o svegliarmi molto presto in qualsiasi giorno dell'anno.  
Pensate un pò a come vivete voi questo cambio d'ora e come diversamente potreste viverlo, se mai aveste creduto alle opinioni allarmistiche che vengono proposte? 

domenica 16 marzo 2014

Cinque anni dopo "nuda contro la pornografia"


Sono passati ormai cinque anni da quando ho lanciato la campagna "Nuda contro la pornografia" mettendo in gioco me stessa ed una mia immagine nuda e velata in questo e questo post contro l'ipocrisia e lo sfruttamento del nudo femminile su Internet e noto con piacere che ancor oggi su Google, digitando per esempio termini come "nuda pornografia", compaiono ancora ai primi posti articoli che si sono occupati della mia campagna, prima di contenuti di  ben altro e deprecabile tipo, il chè significa che la campagna ha riscosso un grande successo. Ritengo che riappropriarsi da parte delle donne della sacralità del proprio corpo nudo, anche nei suoi aspetti più seduttivi e passionali, al di là delle manipolazioni imposte da una modalità patriarcale dominante, sia un passo tutto sommato semplice ma fondamentale per iniziare a trasformare profondamente una visione della donna iniziata dalla demonizzazione di Eva fino all'utilizzo di una tetta o altre parti del corpo feminile per vendere auto o deodoranti: Sono cose che possono sembrare scontate, ma oltre a parlarne in maniera più o meno rassegnata é impoortante iniziare ad AGIRE, anche attraverso la provocazione, per smuovere davvero qualcosa.
Vivere sessualmente é anche avere il coraggio di esporsi in prima persona per riaffermare e difendere la sacralità della Passione

martedì 11 marzo 2014

Orgasmo tecnologico: l'opposto della passione

Ricercatori della Concordia University di Montreal hanno messo a punto un dispositivo per il corpo femminile, che permette di raggiungere l'orgasmo premendo un bottone su di un telecomando. Devono essere impiantati elettrodi nel midollo spinale per provocare l'orgasmo. Per di più, chi si sottopone a questa operazione chirurgica dovrebbe rimanere cosciente durante l'operazione di inserimento del dispositivo, per aiutare i chirurghi ad individuare con precisione i punti di stimolazione (... ancora una volta piacere sessuale e dolore vengono confusi). L'impianto può essere azionato da un telecomando che scatena l'orgasmo con il solo tocco di un bottone, quindi senza la necessità di alcun contatto fisico. In questi casi, che fine fa l'esperienza orgasmica di sentire montare l'energia dell'eccitazione, che fine fa il contatto con la propria capacità di vivere la passione? Se raccontassi di questa trovata tecnologica alle donne native americane che ho conosciuto nei miei viaggi, si farebbero una grassa risata, mi direbbero che le sto prendendo in giro e mi chiederebbero cosa voglio dire raccontanbdo questa storiella divertente ...

Quando ho letto questa notizia ho pensato ai film di fantascienza in cui pian piano le funzioni dell'essere umano vengono riprodotte da congegni meccanici di alta ingegneria, fino alla completa identificazione e sostituzione dell'essere umano in carne e ossa con la "macchina".
Immagino che questo dispositivo "produci orgasmi" possa servire a donne che sono prive di mani e braccia, gambe e piedi e non hanno possibilità di interazioni sociali.
Per il resto, mi sembra folle che una donna preferisca farsi impiantare degli elettrodi, pittosto che usare le funzioni naturali del suo corpo per viversi il proprio piacere sessuale. Anche se non vive interazioni sessuali con altre persone, può procurarsi l'orgasmo masturbandosi. La motivazione ufficiale, a mio avviso pazzesca e maschilista, che ha spinto lo scenziato Jim Pfaus a creare questo congegno è questa "Alcune donne confondono ciò che è chiamata eccitazione del sistema simpatico, come l’aumento del battito cardiaco, le mani sudate, eccetera, con la paura. Questo fa sì che vogliano uscire da questa situazione”. Potrei scrivere fiumi di parole per commentare questa trovata della scienza dall'esisgenza del business mondiale di continuare a creare "malattie", all'allontare sempre più le persone dalle loro potenzialità di trasformare la vita in ogni istante in cui si ridestano dal sonno degli automatismi, ecc. Chi conosce il mio libro "La malattia non esiste" può trovarvi ulteriori spunti, e chi ha fatto esperienza nei miei seminari SessualMente 2.0 sa quanto sia vitale conoscere il proprio corpo e sciogliere tutti i legacci culturali che impediscono al piacere e all'energia sessuale di fluire liberamente e con naturalezza, esercitando la capacità di scegliere e di rimanere vivi in ogni momento.

Quando Peter D. Ouspensky, nei suoi preziosi testi sulla dimensione umana, si riferiva all'uomo come ad una macchina che produce stimoli e risposte, essendo fuori dal libero arbitrio (elemento che ne farebbe un essere senziente), era stato un acuto osservatore e precursone del destino di questo essere vivente chiamato "umano"...  

Vi aspetto dal 27 al 30 marzo a Roma per il Touch of Passion e/o il 5-6 aprile all'esperienza SessualMente 2.0 di Milano!

sabato 8 marzo 2014

8 marzo, Festa delle donne o celebrazione di un patriarcato duro a morire?

L'8 marzo del 1908, grazie ad un gruppo di operaie americane coraggiose, è iniziato un movimento di liberazione e di emancipazione della condizione femminile che si è diffuso in molti paesi del mondo.
Cosa resta oggi di quell'intento? e cosa è cambiato?

Vado con la mente ad alcune popolazioni che ancora sopravvivono con un sistema sociale matriarcale e che ho avuto la fortuna di contattare direttamente (tra cui Hopi, Acoma, Zuni, Lakota, Q'eros).

Nel matriarcato non esistono ruoli di sottomissione, esistono semplicemente suddivisioni di compiti perché la gestione della comunità sia armoniosa e basata sulla collaborazione. Donne e uomini nell'età della maturità mettono a disposizione della comunità la loro saggezza, anche se in modi diversi. I figli vengono educati dalla comunità per permettere alle madri di svolgere anche altri compiti. La donna è un ponte per interagire con il divino attraverso l'uomo e la Natura in genere, come l'uomo è un ponte per arrivare alla stessa natura divina attraverso modi complementari. Niente rivalità, ma integrazione. Ogni ruolo è degno di rispetto perchè la saggezza antica insegna che ogni parte è fondamentale per creare una totalità armoniosa e completa.
La radice "con" (di condividere, comunicare, comunità, comunione, combattere per...) è alla base del loro modo di esistere e di interagire con la Terra e gli altri esseri viventi che la abitano.
Una festa dell'8 marzo per trasgredire dai ruoli consueti, con l'atteggiamento quasi di rivincita che si annusa dalle nostre parti, in quei luoghi non avrebbe motivo di esistere. Non avrebbe senso privare dei rami fioriti gli alberi di mimosa per ricordare alla donna, alla femmina di essere parte indispensabile di questo pianeta, in modo complementare al maschio. Non avrebbero senso le "quote rosa" come riconoscimento e quasi privilegio di esistere...

In molti contesti sociali delle culture patriarcali, invece, la donna non è ancora "ugualmente umana" rispetto all'uomo. Le battaglie sociali servono. La voce attiva femminile serve, come completamento del maschile. Le ricorrenze no. Dal mio punto di vista, servono solo a mettere a posto coscienze che fanno finta di risvegliarsi in occasione di una ricorrenza, pronte poi a riaddormentarsi il giorno dopo.
La festa dell'8 marzo, in particolare, ormai fa il gioco dei condizionamenti patriarcali, ancora molto radicati. Patriarcato e sistemi religiosi che creano dipendenze sono parte di uno stesso "serbatoio energetico" che alimenta l'esaltazione delle rivalità, i conflitti, le manie di grandezza, la sopraffazione, la sudditanza mentale, la paura del potere femminile e la paura del potere liberatorio della sessualità.

No, non serve proprio celebrare la Festa della Donna, quando non si è interessati a celebrare la vita in tutte le sue forme, quando non si è in grado di rispettarla e di amarla. Ecco da dove è nata l'esperienza Onorare la Femminilità che propongo alle donne che vogliono usare la loro consapevolezza per risvegliare l'energia della femmina che è dentro di loro.
In passato anch'io ho accettato auguri in occasione dell'8 marzo, ho accettato regali insieme al classico ramo di mimosa.
Oggi mi dico con piacere di non riconoscere più quella finta attenzione. Femmina ci sono sempre, in ogni istante della mia vita. Non attendo certo l'8 marzo per celebrare e manifestare la mia presenza nella vita con corpo, mente e tutto il potere del mio spirito.

mercoledì 5 marzo 2014

Orgasmo sacro: il Touch of Passion


Molti  lettori mi hanno chiesto un approfondimento sull’obiettivo finale del Touch of Passion che io e Giancarlo Tarozzi trasmetteremo dal 27 al 30 marzo vicino a Roma nel corso di un seminario.

Quando io l’ho vissuto per la prima volta, ormai 10 anni fa, è stato un volo che mi ha portato a trasformare definitivamente il rapporto col mio corpo e la mia stessa energia orgasmica. E con molto piacere vi trasmetto ciò che è possibile descrivere con parole, consapevole dei limiti di una descrizione verbale di questa esperienza così sacra e totale. Vivere il Touch of Passion corrisponde ad un’esperienza estatica che, dopo due ore di ritmo di tamburi, manipolazioni e respirazione, crea, sia in chi ha ricevuto che in chi ha trasmesso questa esperienza, una profonda trance vibrazionale che permette di continuare a vivere il libero e naturale fluire dell’energia orgasmica per un tempo prolungato. Definisco questa esperienza estatica perché permette di vivere uno stato di completezza e totalità in cui si può sentire naturalmente di essere uno nel tutto. Il Touch of Passion è un modo reale per usare il potere della passione per guarire blocchi fisici ed emozionali. La conseguenza di questo risveglio orgasmico è un flusso naturale di energia che inizia a vibrare in tutto il tuo corpo, connettendoti continuamente alla passione che cura ogni cosa, fonte della tua stessa vitalità e unendo l’energia genitale, della sessualità, con l’energia del cuore.

Il rituale del "T.O.P.” è stato codificato negli anni ’90 da Frank Natale come strumento per risvegliare la nostra passione, attraverso cui è possibile crescere, rivitalizzare tutte le parti negate del proprio corpo e guarire così da shock subiti, tabù o condizionamenti profondi nell’area della sessualità.
Per info: segreteria@sciamanesimo.eu