sabato 13 ottobre 2012

IL SENO NUDO COLPISCE ANCORA... SESSUALMENTE!

Dopo la pubblicazione del mio ultimo post sull'allattamento ho ricevuto diversi messaggi del tipo: "quel seno raffigurato nella foto é il tuo?"... La cosa mi ha fatto da un lato sorridere, perché mi chiedo se qualcuno mi avrebbe fatto una domanda analoga se avessi pubblicato una foto di una mia mano o di un piede, dall'altro mi sono chiesta se coloro che hanno fatto questa domanda hanno letto e capito il senso del post...

D'altra parte, proprio su questo blog tre anni fa ho lanciato una campagna contro lo sfruttamento del nudo femminile e della pornografia pubblicando una mia foto (un nudo velato), e questo ha "smosso" le acque nella blogosfera.

Il fatto che un seno nudo sia considerato qualcosa da nascondere gli attribuisce inevitabilmente connotazioni sessuali paragonabili a quelle dei genitali, relegandolo per di più a un ruolo di piacere che riguarda solo i "maschietti".

Spesso nei miei seminari di Sessualmente 2.0 porto in partecipanti, maschi e femmine che siano, a riscoprire il contatto fisico col seno, con il capezzolo, come fonte primaria di connessione con la Passione e non come oggetto di piacere e attrazione per i soli maschi.

Proprio un rapporto spesso innaturale con l'allattamento porta poi a perdere di vista il piacere orale, ed é la causa prima di dipendenze quali il fumo.
Durante le mie esperienze, mi è capitato di osservare piacevolmente come le donne, riscoprendo questo piacere primario, cambiano molto spesso il rapporto con il proprio seno e con la propria femmimilità (il seno è una fonte attiva di energia, piuttosto che ricettiva), mentre per gli uomini é un'occasioone per riscoprire il corpo femminile come una manifestazione della Dea.

Recuperare e riappropriarsi di questa fonte primaria di percezione attraverso il seno è anche un'opportunità per iniziare a riscrivere il proprio rapporto con la sessualità e la passione in maniera senz'altro più completa e ampia della pur importante genitalità.

venerdì 12 ottobre 2012

NUDO, PORNOGRAFIA E SACRALITA' DEL CORPO FEMMINILE

"Giornalista nuda contro la pornografia" è stato il titolo di una campagna contro l'uso pornografico del corpo femminile che ho lanciato sul web mettendomi personalmente in gioco con due post pubblicati su questo stesso blog nel novembre del 2009 , e che ho scoperto essere ancora attuale, con mio piacevole stupore.

Infatti, tra gli altri è stata ripresa da un blog per studenti del Corriere della Sera, sono stata contattata anche da una rete televisiva nazionale che sta lavorando su un'inchiesta sulle nuove frontiere del corpo femminile in rete e che nel mio profilo Fb ha riaperto un dibattito, per nulla superficiale, sull'argomento.

Rifletto, divertita, sul fatto che se il titolo di quella campagna fosse stato solo "giornalista contro la pornografia", a mio avviso, non avrebbe avuto particolare seguito.
La parola "nuda", e l'uso di una mia foto, ha stimolato un interesse
che ha superato di molto ogni mia previsione, stimolando centinaia di commenti da parte sia del mondo femminile che maschile.

Tutto questo è la prova di quanto il blocco dell'energia di alcuni aspetti della vita provochi spesso reazioni incontrollabili e di quanto tutto questo sia malsano.

Provate ad immaginare una campagna di questo genere lanciata nella foresta amazzonica, tra quei villaggi in cui donne e uomini vivono e lavorano quotidianamente a petto nudo e con i quali ho avuto la fortuna di interagire personalmente, in uno dei miei viaggi.
Sarebbe a dir poco ridicola e priva
di interesse per chiunque!

Invece, in una cultura patriarcale come quella italiana, già solo la parola "nudo" provoca una miriade di reazioni fisiche ed emozionali: dal voyeurista che prova piacere nello "sbirciare", al giudizio quasi "schifato" di chi si sente integro nel corpo e nell'anima (... secondo certe credenze religiose -non sto usando la parola credenze per caso!) e perciò evita ogni contatto -in parole o opere- con una certa realtà, al commento divertito di chi si sente libero da condizionamenti e osserva con occhi distaccati ciò che accade fuori, alla battuta ironica di chi si nasconde così dall'imbarazzo, alla "vergogna empatica" espressa da altre donne, a chi confessa che riesce a masturbarsi e provare piacere sessuale solo "online" perchè il contatto diretto con un altro essere umano fa troppa paura.

Insomma, credetemi, sulle reazioni che ha suscitato questa mia campagna potrei scrivere un breve trattato di sociologia e psicologia del comportamento umano (... e non è escluso che un giorno lo farò!).

Qui, perchè questo post rimanga gradevole alla lettura, chiudo con due domande con le quali chi mi legge potrà confrontarsi:

quali paure ataviche remano contro la tua vita sessuale consapevole e l'accettazione di te stesso/a come un corpo che veste una coscienza e che nasce nudo prima di cominciare ad essere vestito da abiti fisici e mentali, i secondi molto spesso ben più pesanti dei primi?

Secondo te, qual è il bisogno e il condizionamento individuale e sociale che rende pornografico un corpo in mostra, soprattutto se femminile?

sabato 6 ottobre 2012

ALLATTAMENTO AL SENO: CHE PIACERE!

Domani 7 ottobre 2012 si conclude in Italia la Settimana per l’Allattamento Materno, promossa dall’Alleanza Mondiale per interventi a favore dell’Allattamento e dedicata al decimo  anniversario dalla pubblicazione della ‘Strategia globale per l’alimentazione dei neonati e dei bambini’ da parte dell’OMS e dell’Unicef.

Malgrado sappiamo da sempre che è fondamentale l’allattamento esclusivo del neonato almeno per i primi sei mesi di vita, in Italia le mamme allattano poco.

So da mia madre che sono stata allattata da lei fino al primo anno e più della mia vita e che rifiutavo orpelli come "ciucci" o biberon. Dal suo latte sono passata direttamente alle pappe. Si, ho avuto la fortuna di essere nata in salute, con parto naturale, nei tempi giusti e col desiderio di mia madre di darmi "il suo latte". Ma quante mamme pur potendo, decidono di non usare questa loro "dote" naturale? io ne ho conosciute diverse e i dati statistici mi danno ragione...

Ho letto che uno dei motivi è la preoccupazione di sbagliare.
Ma sbagliare cosa? fino ad ora non ho avuto il piacere di allattare un neonato, ma so che certi istinti naturali non hanno bisogno di "addestramento" mediatico o sponsorizzato.

Per non parlare poi di tutte le donne che non vogliono rinunciare alla bellezza del loro corpo (sacrosanto diritto che può essere mantenuto però anche partorendo e allattando), o per rifiuti più o meno inconsci della maternità... Ma sarebbe un argomento troppo vasto da trattare qui.

L'essere umano femmina, come ogni mammifero presente in natura allatta i suoi piccoli perchè è parte naturale della nascita di una nuova vita e della sua evoluzione.
Quando il mammifero non lo fa, c'è un motivo specifico, problematico (malattie, selezione naturale, ecc.).

La donna, invece, condizionata da una miriade di schemi mentali e sociali sta perdendo sempre più questo collegamento naturale col piacere di allattare, come tanti altri piacere della sua vita (e anche il maschio ha i suoi "scheletri nell'armadio"!).

In Italia, tra l'altro, a differenza di molti altri paesi europei ed extraeuropei in cui la donna viene facilitata nelle sue funzioni di maternage in tutti i contesti, anche quello lavorativo ( in Italia ancora avere figli piccoli è spesso un punto a sfavore nella ricerca di un lavoro ), la mamma viene spesso inserita nella categoria sociale dei "diversi"... e come tale dà quasi fastidio.

Oggi si parla di istituire le banche del latte materno perchè il latte "prodotto" in eccesso dalle mamme non venga disperso.
Oppure, di corsi per imparare i giusti ritmi dell'allattamento. Ma sappiamo che ogni specialista di medicina del settore ha le sue teorie, come in ogni ambito di cura della persona.

Non è meglio prima di tutto imparare di nuovo ad ascoltarci, a prendere contatto con le nostre innumnerevoli capacità naturali di esseri umani? con le aree del nostro piacere naturale?

Ci sono donne che incontro nei miei seminari che hanno disagio nel sentirsi femmine in tutti i loro preziosi aspetti; che fanno fatica a sentire il proprio seno come una parte piacevole e "multifunzonale" del proprio corpo.

Potrei continuare elencando ancora altre molte distorsioni della naturale evoluzione dell'essere un umano, ma mi fermo qui, con l'augurio che prima possibile ognuno di noi si risvegli e si ricordi di essere stato creato per creare!