"Ti spogli, metti in gioco il tuo corpo e il tuo seno nei tuoi seminari di SessualMente 2.0? Ci hanno sempre insegnato che chi conduce, per gestire il transfert, non deve partecipare in prima persona alle esperienze".
Alcuni colleghi e counselor mi hanno rivolto queste domande dopo il mio ultimo post in cui parlo della mia scelta di aiutare con il mio coinvolgimento diretto i partecipanti al seminario a liberarsi dei propri problemi e blocchi nei confronti della sessualità.
In realtà, nelle mie svariate esperienze con le culture matriarcali in giro per il mondo, ho scoperto il concetto di energizzatore che utilizzava e utilizza la seduzione e l'attrazione sessuale per innescare processi di guarigione e di crescita ed è una modalità che sento molto mia.
Personalmente, essere terapeuta è uno degli obiettivi e delle passioni fondamentali della mia vita e riuscire a farlo non attraverso la sofferenza ma attingendo in maniera diretta dalla spinta naturale al piacere in tutte le sue forme, rientra perfettamente in questa visione. Per cui, quando in esperienze come il Touch of Passion appena conclusosi o i seminari di SessualMente 2.0 vedo trasformarsi le persone ho la conferma che questa è una della vie che voglio percorrere.
Grazie all'onda vitale dell'energia sessuale osservo le persone liberarsi da schemi e condizionamenti che hanno fatto riviviere giorno per giorno dalla loro infanzia fino al giorno prima, col solo risultato malsano di rinforzarli costantemente e perdendo pian piano la lucidità di distingere tra ciò che li esprimeva come esseri liberi e ciò che esprimeva l'ambiente sociale attraverso di loro (condizionamenti familiari, cultura sessuaofobica tipica delle religioni patriarcali, ecc.).
Mettermi in gioco, direttamente e fisicamente nell'esperienza, è anche un modo di abbattere la barriera tra chi conduce, chi "guarisce" e chi sta dall'altra parte della barricata. Sentire la vicinanza è sperimentare fino in fondo empatia reale nei confronti di chi chiede aiuto per far ripartire il suo magico meccanismo di autoguarigione, è creare un clima rassicurante di fiducia e vuol dire anche ri-conoscere di essere parte di una stessa Realtà intelligente (c'è chi la definisce mente superiore) che propone come processo inevitabile di evoluzione la crescita all'interno di una rete inevitabile di esseri viventi.
A volte confrontandomi con altri terapeuti dico, scherzando, ma neanche troppo, che il terapetua dovrebbe vivere sulla propria pelle le difficoltà e i disagi delle persone che aiutano, per poter comprendere realmente e tirar fuori dal pozzo chi crede di essere l'unico a non riuscire a risalire...
Ovviamente non è un augurio che faccio a me stessa, e a nessun altro, ma resta il fatto che ad esempio da un certo punto del mio percorso ho cominciato ad avere molto successo con i casi di attacchi di panico. Indovinate perchè? avevo sperimentato questa condizione sulla mia pelle (fortunatamente ero già in "terapia, obligatoria" durante il percorso di specializzazione, e ne sono venuta fuori abbastanza velocemente...).
Lo stesso è accaduto quando ho deciso di cominciare a proporre esperienze di risveglio dell'energia sessuale che poi mi ha portato alla decisione di scrivere il mio primo ebook, SessualMente.
In realtà, nelle mie svariate esperienze con le culture matriarcali in giro per il mondo, ho scoperto il concetto di energizzatore che utilizzava e utilizza la seduzione e l'attrazione sessuale per innescare processi di guarigione e di crescita ed è una modalità che sento molto mia.
Personalmente, essere terapeuta è uno degli obiettivi e delle passioni fondamentali della mia vita e riuscire a farlo non attraverso la sofferenza ma attingendo in maniera diretta dalla spinta naturale al piacere in tutte le sue forme, rientra perfettamente in questa visione. Per cui, quando in esperienze come il Touch of Passion appena conclusosi o i seminari di SessualMente 2.0 vedo trasformarsi le persone ho la conferma che questa è una della vie che voglio percorrere.
Grazie all'onda vitale dell'energia sessuale osservo le persone liberarsi da schemi e condizionamenti che hanno fatto riviviere giorno per giorno dalla loro infanzia fino al giorno prima, col solo risultato malsano di rinforzarli costantemente e perdendo pian piano la lucidità di distingere tra ciò che li esprimeva come esseri liberi e ciò che esprimeva l'ambiente sociale attraverso di loro (condizionamenti familiari, cultura sessuaofobica tipica delle religioni patriarcali, ecc.).
Mettermi in gioco, direttamente e fisicamente nell'esperienza, è anche un modo di abbattere la barriera tra chi conduce, chi "guarisce" e chi sta dall'altra parte della barricata. Sentire la vicinanza è sperimentare fino in fondo empatia reale nei confronti di chi chiede aiuto per far ripartire il suo magico meccanismo di autoguarigione, è creare un clima rassicurante di fiducia e vuol dire anche ri-conoscere di essere parte di una stessa Realtà intelligente (c'è chi la definisce mente superiore) che propone come processo inevitabile di evoluzione la crescita all'interno di una rete inevitabile di esseri viventi.
A volte confrontandomi con altri terapeuti dico, scherzando, ma neanche troppo, che il terapetua dovrebbe vivere sulla propria pelle le difficoltà e i disagi delle persone che aiutano, per poter comprendere realmente e tirar fuori dal pozzo chi crede di essere l'unico a non riuscire a risalire...
Ovviamente non è un augurio che faccio a me stessa, e a nessun altro, ma resta il fatto che ad esempio da un certo punto del mio percorso ho cominciato ad avere molto successo con i casi di attacchi di panico. Indovinate perchè? avevo sperimentato questa condizione sulla mia pelle (fortunatamente ero già in "terapia, obligatoria" durante il percorso di specializzazione, e ne sono venuta fuori abbastanza velocemente...).
Lo stesso è accaduto quando ho deciso di cominciare a proporre esperienze di risveglio dell'energia sessuale che poi mi ha portato alla decisione di scrivere il mio primo ebook, SessualMente.
la sacralità femminile non è un'ipotesi, ma un'assoluta certezza. Prova ne sia la mitologia/religione egizia. Cessare di ritenere certe pratiche sessuali da condividere con un partner consenziente qualcosa di contrario alla "morale" ed emanciparsi dai condizionamenti è un atto di salubrità interiore che, per forza di cose, ricade nel fisico. Chi sviluppa una armoniosa vita sessuale, trae da essa, oltre che salute, energia che potrà proficuamente utilizzare in ambito sociale a tutti i livelli a patto tuttavia, che non ne divenga schiavo od ossessionato. Mio personalissimo e deduttivo punto di vista. Cordiali saluti
RispondiEliminaFabrizio D.
condivido
RispondiEliminaCredo che quello che hai fatto è stato assolutamente fantastico, la libertà di pensiero e di ascolto del proprio corpo è fondamentale e soprattutto il principio per il viaggio attraverso se stessi... :D
RispondiElimina