Portare attenzione nel corpo e nelle sue sensazioni ti farà comprendere quando usi il tuo corpo in modo spontaneo e consapevole e quando invece il corpo reagisce automaticamente a stimoli esterni seguendo condizionamenti, giudizi, stereotipi che vengono assorbiti dall'ambiente. Ad esempio, nella sessualità, a volte pianifichiamo ciò che deve essere sessualmente adatto in ogni momento. Ma questo blocca il fluire di ciò che naturalmente può avvenire, seguendo lo scorrere della vita momento per momento. La passione vitale è come un fiume infuocato che scorre che nel bruciare trasforma, coinvolge, crea, trascina.
Le sensazioni sono il linguaggio del corpo. Per questo motivo, puoi usare questo linguaggio per modificare realmente il modo in cui sei. Cioè, quando sei consapevole del tuo corpo e di ciò che lo attrae con tutti i suoi sensi, è infinitamente più facile proiettare meno pensieri del passato o del futuro nel tuo presente, ed è più facile usare il pensiero creativo per modificare ciò che vuoi di te. E’ nel tuo corpo che avvengono i cambiamenti che desideri ed il principale fuoco naturale di questi cambiamenti è il piacere.
L'obiettivo primario dei miei seminari di SessualMente 2.0 e Onorare la Femminilità è proprio quello di risvegliare il corpo al suo piacere naturale che si colora di tinte diverse a seconda che venga vissuto per se stessi o in interazione con il mondo esterno, che si sia sessualmente maschi o femmine.
Il piacere in tutte le sue manifestazioni è un aspetto della vita poco conosciuto. E’ la cosa che più desideriamo, ma stranamente è quella dimensione dell’essere che più viene tenuta lontana, quasi temuta. Infatti, ognuno di noi è abituato ad una soglia del piacere, oltrepassata la quale la mente sente il bisogno di difendersi, come accade per il dolore. Attiviamo una sorta di SOS interno che in qualche modo impedisce al piacere di espandersi oltre quella soglia conosciuta e sicura. Io stessa mi sono resa conto che quando lascio che la mia vita sia gestita dagli automatismi della mente, tendo a posticipare i momenti in cui so di poter godere pienamente di qualcosa di piacevole. Ma si tratta di una reazione automatica ad un modo culturale legato più all'esaltazione delle sofferenze, le preoccupazioni, i disagi che al loro contrario: il piacere di godere ed esistere!
Il piacere in tutte le sue manifestazioni è un aspetto della vita poco conosciuto. E’ la cosa che più desideriamo, ma stranamente è quella dimensione dell’essere che più viene tenuta lontana, quasi temuta. Infatti, ognuno di noi è abituato ad una soglia del piacere, oltrepassata la quale la mente sente il bisogno di difendersi, come accade per il dolore. Attiviamo una sorta di SOS interno che in qualche modo impedisce al piacere di espandersi oltre quella soglia conosciuta e sicura. Io stessa mi sono resa conto che quando lascio che la mia vita sia gestita dagli automatismi della mente, tendo a posticipare i momenti in cui so di poter godere pienamente di qualcosa di piacevole. Ma si tratta di una reazione automatica ad un modo culturale legato più all'esaltazione delle sofferenze, le preoccupazioni, i disagi che al loro contrario: il piacere di godere ed esistere!
Nella mia lunga vita di lavoro all'estero (quest'anno che viene, a Maggio, compiro' 40 anni vissuti all'estero in 25 Paesi differenti) ho inserito anni fa l'esperienza della carezza negata. Provate ad immaginare la mia sensazione quando, nel conversare con una mia paziente, in Nigeria, nel 1996,vengo a sapere che la giovane donna non aveva alcuna idea della parola e del contesto "carezza". Nessuno, nella sua famiglia, ha mai pensato di fare il gesto piu' naturale della Natura, dare una carezza. Tra i mammiferi di ogni specie la zampa anteriore svolge anche il compito di dare al cucciolo od all'adulto il segnale di "sostegno" . Eppure in quel momento la giovane nego' con decisione che un componente della sua famiglia le avesse dato una carezza. Ci impiegai circa un mese, poi la carezza per lei divenne il sensore biologico per interpretare un altro suo simile. Ma la stessa esperienza la provai anche in Mongolia e in Kazakhstan: il contatto umano non sempre avviene biologicamente e spesso-purtroppo-addirittura lo si vuole evitare e si impone la propria scelta alla prole, con la drammatica conseguenza che la prole non sapra' riconoscere le sensazioni del proprio IO nel contatto umano-umano, Io so solo che se do una carezza alla mia gatta, vedo che lei interpreta nel modo corretto il mio gesto, mentre ho notato che se do una carezza alla figlia della mia segretaria, di 10 anni, vengo scambiato pure per pedofilo. Il contatto umano e' estremamente importante per la vita di relazione, ed insegnando Tango da 14 anni, ho la prova inconfutabile che solo con il contatto pelle-pelle si possono trasferire quelle sensazioni che con le parole o i gesti non possono essere trasmesse. Misha,10-10-13
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