venerdì 14 dicembre 2012

SACRALITA' DELLA PASSIONE NELLE CULTURE MATRIARCALI

C’è stato un tempo in cui il culto della Dea ha espresso la connessione diretta con le energie e i ritmi del pianeta Terra.
Nel periodo matriarcale, si stima risalente a circa 30.000 anni fa, la Dea, prima ancora di essere identificata con nomi e figure femminili specifiche, rappresentava il rapporto profondo dell’essere umano con la Grande Madre, ossia la Natura, nelle sue molteplici manifestazioni.
L’essere umano era consapevole di essere parte integrante della Grande Madre, quindi esperienze interiori ed esteriori, trovavano una loro corrispondenza.

Le quattro fasi di fertilità (fonte di tutti gli inizi), procreazione (nascita), prosperità (sviluppo), morte e rigenerazione (…da Madre Terra viene la vita e a lei ritorna!) venivano vissute consapevolmente, sia come esperienze cruciali nell’arco della vita di una persona, con specifici riti di passaggio, sia come momenti rituali vissuti dalla comunità in cui la celebrazione della Dea, come tessitrice del destino dell’umanità, era in primo piano.
Molte capacità da emisfero destro del cervello, come l’intuizione, l’ascolto naturale delle energie sottili, la creatività, la collaborazione erano armonizzate con quelle dell’emisfero sinistro, ad esempio la razionalità, la concretezza, sia nell’uomo che nella donna, anche se le facoltà da emisfero destro sono sempre state espresse in prevalenza dall’essere umano di sesso femminile.
La Dea Madre, fin dal periodo del Paleolitico, è stata rappresentata con simboli simili in molte parti del mondo: grembo ampio, seni e vulva pronunciati, fianchi ampi e spesso senza volto o con tratti appena accennati. L’immagine della Dea era un archetipo della madre che accoglie, protegge, genera, svezza, accompagna nella crescita, sostiene e distrugge anche.

Nell’immaginario collettivo l’energia della Dea è stata sempre alla base dei vari cicli della Natura: della Luna, delle stagioni, delle maree, della fertilità… e tutti questi cicli di cui l’Uomo è stato sempre spettatore, si concentrano in quell’unico ciclo che la femmina vive ogni mese con le sue mestruazioni. Tant’è che ancora oggi, in molte culture Tradizionali le mestruazioni sono vissute, sia dall’uomo che dalla donna, in maniera sacrale, con la consapevolezza che morte e rinascita, purificazione e fertilità sono il seme della vita. Personalmente mi è capitato di condividere questo tipo di sacralità con delle donne nativo americane dei nazione dei Lakota. Nulla a che vedere col nostro modo di affrontare questa ciclicità mensile che per molte è solo un fastidioso problema!

Col cambiamento di stile di vita causato, soprattutto con il passaggio dall’agricoltura alla pastorizia, il matriarcato pian piano ha lasciato il passo alla civiltà patriarcale che ancora oggi domina molte culture di questo pianeta. Così il culto della Dea è stato sostituito dal sorgere di numerosi divinità maschili.
Infatti il riferimento ad un dio padre è un’invenzione abbastanza recente che risale a circa il 3000 a.C.
Questo cambiamento si è sparso a macchia d’olio in tutto il pianeta e da un lato ha portato a privilegiare un approccio mentale razionale verso la vita e dall’altro a far sopire molte capacità connesse all’ascolto di Madre Terra ed alle sue potenti energie. Nell’essere umano il punto energetico che prima di altri ha iniziato ad affievolirsi è stato quello collegato ai genitali, il primo chakra. A seguito di una cultura patriarcale che ha teso a potenziare atteggiamenti come dominare, controllare, la donna soprattutto ha subito molti condizionamenti, proprio in virtù della sua più pronunciata connessione naturale con Madre Terra e la Dea, ossia primo chakra, energia sessuale, ecc.

Essendo io una donna, questa descrizione della Dea Madre può sembrare marcatamente di parte. In realtà, ognuno di noi ha in sé energie del Dio e della Dea, del maschile e del femminile, al di là degli organi genitali esterni. E solo quando queste due metà si riconoscono e la nostra Coscienza sceglie di combinare queste due opposte energie è possibile sentirsi completi, è possibile creare in qualsiasi ambito della vita quotidiana, è possibile guarirsi da una predominanza del pensiero razionale, dell’energia della mente… ottimo e perfetto elaboratore di informazioni, ma incapace di percepire al di là dei nostri cinque sensi e di attuare delle scelte per nostro conto!
A tal proposito, una delle esperienze che propongo come terapeuta mira proprio a ripristinare una consapevole naturalezza nel sentire scorrere l’energia sessuale non solo nel proprio corpo ma nella propria vita, trasformando tutti quegli schemi mentali, frutto di una cultura sessuofobica, che bloccano questo naturale fluire, non a caso l’ho chiamata SessualMente.

Oggi la ricerca dell’armonia con la Natura sta tornando ad essere un’esigenza di molti. Questo pianeta sta seguendo l’onda di tanti cambiamenti su molti piani: climatici, geopolitici, di incontri di razze, ecc. e solo se si richiama dentro di noi la capacità di saper seguire i cambiamenti, come d’altronde facevano gli esseri umani che ritualizzavano il culto della Dea Madre, è possibile essere attori svegli di una trasformazione in atto, piuttosto che osservatori addormentati che guardano da lontano che l’onda passi.

1 commento:

  1. grazie Maria Rosa per quanto ci doni con le tue riflessioni... un abbraccio

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