Grazie ad una ricerca italiana di qualche anno fa il punto G del piacere femminile ha una sua collocazione organica ben precisa. Si tratta di un tessuto ricco di fibre muscolari, terminazioni neurali e vasi sanguigni, quindi molto sensibile. La zona si trova a circa 6 centimetri dall’ingresso vaginale.
Pare che non tutte le donne sottoposte alla ricerca presentino questo ispessimento del tessuto in corrispondenza del punto G e che, quindi, esista una differenziazione congenita. Il riferimento a questo punto del piacere femminile risale agli anni ’50, grazie alle ipotesi del ginecologo Ernst Grafenberg (punto G, proprio dalla lettera iniziale del suo cognome).
Già nei tempi antichi, nella visione tantrica veniva descritto un punto specifico del piacere femminile che poteva essere raggiunto attraverso alcune specifiche posizioni assunte dal corpo femminile e maschile (posizioni sessuali della meditazione tantrica).
La presenza di questa zona, in molte donne, potenzia il piacere dell’orgasmo clitorideo. E oltre alle differenze di sensibilità personali, le due modalità di piacere sessuale presuppongono anche differenti approcci. Ossia, la stimolazione del clitoride, essendo esterno è sempre e comunque raggiungibile dalla donna stessa, mentre la stimolazione del punto G presuppone una “ricerca”, una scoperta che, per molte donne, è anche un modo per conoscere ulteriormente le potenzialità e sensibilità del proprio corpo.
Per l’uomo, nel caso di una relazione di coppia, la ricerca delle zone erogene della partner può costituire un’avventura nell’avventura che pone anche le basi per scoprire similitudini e differenze tra piaceri sessuali maschili e femminili. Come spiego nel mio ebook SessualMente sono tanti i modi per scoprire il piacere che è parte della nostra vita.
Modi che se non si conoscono possono essere appresi abbastanza facilmente, basta volerlo!
venerdì 28 dicembre 2012
SESSUALITA' FEMMINILE E PUNTO G
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all'inizio non è facile ma con la pratica e una buona comunicazione vedere la propria donna che ha un orgasmo vaginale è molto gratificante :)
RispondiEliminaSe é vero che Cogito, ergo sum, allora deve essere anche vero Coito, ergo sum. Sí perché sarebbe ora che la maggioranza dei maschi si decidesse a fare le stesse cose che le femmine fanno ai loro partners! Nei miei miseri 40 anni di professione, posso annoverare un discreto numero di persone (il 78% dei miei intervistati!!) di sesso maschile che non si azzardano neppure a fare qualche cosa che potrebbe fare piacere alla compagna, anzi, una volta finito, neppure la doccia! Ebbene, allora io dico che sarebbe ora che nelle scuole italiane si insegnasse la vera educazione sessuale, quella asettica e lontana dai pregiudizi religiosi o di casta. Nel resto del Mondo (posso citare le centinaia di scuole da me visitate nei 29 Paesi dove sono stato a lavorare) si insegna la veritá dei fatti biologici e della vita di comunicazione, dove (in Olanda) alle bambine si insegna che le mestruazioni arriveranno e non si chiameranno solo "pioggerella" ma proprio mestruo. O in Stavanger, dove si insegna che il clitoride é il pisellino del compagno di banco un poco piú ridotto. E cosí via. Se si procedesse su questa via, avremmo finalmente dei giovani spettacolari, consci della loro prestanza e bellezza fisica, liberi di esprimere il proprio sesso e di godere con il compagno ore di interminabile piacere senza dover ricorrere allo psicologo per i problemi di coppia che altrove esistono. La conoscenza del punto di Grafenberg dovrebbe essere estesa ad entrambe i sessi, peró, non solo al maschio. Perché se una danna conosce se stessa e anche quel particolare, il piacere all'amore fisico é naturalmente il doppio. Sebbene una donna dovrebbe conoscere il proprio corpo, segnalo che la Societá di Sessuologia Europea ha giá dato il parere: il 43% delle donne del bacino del Mediterraneo non sanno riconoscere se hanno avuto o no un orgasmo al termine di un rapoorto sessuale. Quindi, di lavoro da fare ce n'e' per tutti! = Mikhail Lermontov, Olanda
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