Il piacere di vivere nasce con
l’essere umano ed è la spinta naturale e primaria per crescere sia
biologicamente che interiormente. La nostra evoluzione, come singoli individui,
che come razza tra le razze, si accrescerebbe soglia dopo soglia a contatto con
tutte le esperienze che creano una qualche forma di difficoltà, che
potenzialmente ha in se la sfida per superarla.
In questo momento, stiamo
assistendo ad una radicale inversione di tendenza: le recenti esperienze virali
che hanno procurato la morte e messo a rischio la salute fisica e la vita di molte persone nel mondo
stanno portando ad una regressione dell’intelligenza individuale e collettiva,
ad una emersione di paure irrazionali che da sempre hanno allontanato la vita
dalla sua evoluzione. Quando tu hai paura, scatta la difesa istintiva, e la
tendenza a seguire qualsiasi strada, fisica, emozionale o sociale, anche al di
fuori delle tue scelte consapevoli. Quando tu hai paura, se non reagisci allora
ti rassegni a seguire regole esterne che promettono la tua salvezza, etc. etc.
Oggi qui prendo spunto dall’osservazione del mondo attorno a me
per tornare a riflettere sul piacere della vita, insito in ogni spinta
evolutiva. E mi sto chiedendo dove sia finito.
A emergenza Covid quasi del tutto superata ad
esempio, è rimasto attivo il condizionamento "indosso la mascherina"
anche quando posso farne a meno, così mi proteggo... Forse dalla
paura....
La paura di cosa? forse del contagio, della morte, di incontrare
altri esseri viventi, di se stessi e del piacere di vivere? Paura va a
braccetto con rassegnazione, obbedienza, e offuscamento della coscienza e
dell'intelligenza (intesa come capacità di comprendere e discernere tra varie
scelte possibili).
Gli effetti deleteri dei
condizionamenti pavloviani sono un argomento talmente vasto che meriterebbe molti approfondimenti.
Oggi qui ti propongo una
riflessione sullo spegnimento del piacere della vita connesso all'uso
indiscriminato di quelli che io chiamo "bavagli" piuttosto che
"mascherine". Quest'ultimo termine, come sostantivo vezzeggiativo,
inconsciamente viene legato a qualcosa di piacevole e tenero, mentre in realtà
è diventato un modo per impedire di interagire liberamente con le espressioni
facciali, prima ancora che con le parole, un modo per impedire di respirare a
pieni polmoni l'aria e l'energia, che è uno degli elementi vitali di questo
pianeta e della nostra vita psicofisica, un modo per omologare e far perdere
tratti significativi della propria individualità, un modo per obbedire a
logiche che dal mio punto di vista non sono più legate alla difesa reale della
salute.
Verso
dove indirizzi il tuo piacere oggi? L’esperienza del piacere la apprendiamo scoprendo
quello fisico e sessuale e da lì, la nostra conoscenza ed esperienza del
piacere si dovrebbe e potrebbe espandere in ogni area della nostra vita.
Dove
sei e chi sei oggi rispetto al piacere verso la tua vita?
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