martedì 19 aprile 2011

BIOFOBIA: UNA PATOLOGIA FIGLIA DEI NOSTRI TEMPI


Il mese scorso mi trovavo negli USA e, conversando con alcuni colleghi terapeuti ho scoperto la dilagante presenza di questo nuovo disturbo: la biofobia, ossia la paura della Natura, dei suoi elementi e delle sue forze quali acqua, fuoco, vento, terra, animali, ecc. Trovo questa tendenza molto inquietante perchè pare coinvolga sempre più persone che non soffrono di forti attacchi d'ansia, ma che semplicemente sono disabituati al rapporto con la Natura. Non sanno, ad esempio, che un grillo non è un pericolo per l'essere umano o che la terra si può toccare, impastare (come probabilmente facevamo da piccoli) senza necessariamente prendersi delle infezioni. Potrei continuare con un lungo elenco di ignoranze sul rapporto dell'essere umano con l'ambiente in cui vive, ma preferisco fermarmi qui e riflettere insieme a voi sul senso di tutto questo. E' vero che sempre più bambini oggi conoscono prima un videogioco e poi magari un pezzo di bosco in cui muoversi liberi e giocare. Questo spesso accade semplicemente perchè vivono in città in cui gli alberi secolari sono stati sostituiti interamente dai grattacieli, in cui magari i soli giardinetti raggiungibili sono quelli in cui si porta a spasso il proprio cane, in cui l'unica acqua che si conosce odora di cloro, in cui i cibi non hanno più nessuna connessione con gli esseri viventi. Il latte, pertanto, non è connesso alla mucca, oppure il pane non è connesso al grano e così via. Ma quanti adulti assistono indifferenti a questa trasformazione che ci stacca sempre più dall'interazione naturale col pianeta, pur serbando ancora il ricordo di esperienze diverse? E' il momento di svegliarci: noi esseri umani non potremmo vivere senza la connessione profonda con la Natura e i suoi esseri viventi di qualsiasi forma e materia. Tra l'altro essere sconnessi dalla rete della Natura che ci sostiene rende ancora più dipendenti dall'esterno, quindi meno liberi. Vi piace assistere o, peggio ancora, vivere tutto questo?

2 commenti:

  1. Forse stiamo tornando all'alba di un nuovo medioevo culturale.. tempo di consapevolezza, di risveglio e di meno città (e chiese)
    Luca

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  2. da trent'anni vivo in campagna,da quattro gestisco un piccolo B&B.arrivano persone di vario tipo,ultimamente ho sempre più l'impressione che i "cittadini totali" ossia quelli che non hanno mai avuto neanche una nonna o uno zio campagnolo e non hanno ricordi d'infanzia di vita agricola siano una nuova specie mutante.in effetti credo sia la prima volta nella nostra storia che esistono individui senza nessun aggancio con la cultura contadina.purtroppo devo dire che di solito non riesco a comunicare con loro.e che quando li incontro mi resta una profonda sensazione di disagio,devo aggiungere che anche altri amici hanno la stessa impressione.il 2010 è stata la prima volta che nella storia umana il numero dei cittadini ha superato quello dei campagnoli sul pianeta,la cosa mi inquieta non poco

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