Il
potere del "piacere", in ogni sua manifestazione (sessuale, sensoriale, artistico), è collegato a gioia,
leggerezza, armonia e guarigione. Coloro che hanno vissuto esperienze
come SessualMente 2.0, Touch of Passion, Onorare la Femminilità e Energia Orgasmica Femminile sanno perfettamente di cosa parlo.
Il
punto è che spesso la mente filtra, interpreta e converte il piacere
puro sperimentato dal corpo in un pensiero o una credenza, in
linea con la propria "zona di confort", sterilizzando e soffocando ogni
guizzo di vitalità e ogni attrazione verso il fluire e l'eccitazione
della vita.
Il
risultato di questo meccanismo mentale? la ricerca continua e sfrenata di vie del piacere che però si mescolano spesso a rabbia e desiderio di
provocare sofferenza a se stessi o altri, oppure l'anastesia completa
verso qualsiasi forma di piacere (diventa più comodo lamentarsi ad alta
voce o soffrire in silenzio) oppure la solita vecchia "sublimazione" o fuga con
la quale ci sia autoinganna di stare bene.
Personalmente
nei momenti in cui mi rendo conto di lasciare spazio ai capricci della
mia mente, mi chiedo "vale la pena di perder tempo e anche soffrire?".
La risposta fino ad ora è stata sempre un forte e convinto NO. E voi?
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