Questa notte sarà
la notte più lunga dell’anno, con le ore di buio maggiori.
Per chi vuole dare
un senso consapevole ai cicli della Natura, da sempre questa notte del Solstizio
d’inverno, è stata vissuta come “congedo” dal periodo di oscurità, per dare il
benvenuto alla nuova alba, alla riemersione della luce dentro e fuori.
E’ il
momento di aprirci alla rinascita, alla trasformazione di ciò che ci
appesantisce, al nuovo che emerge e cavalcare fino in fondo e con passione
l’onda che avanza lasciando il fondo e portando in alto con leggerezza ciò che
ci può fare risplendere.
Ho avuto il
privilegio di attendere il sorgere del nuovo Sole dentro il cerchio di pietre
di Stonehenge, in Inghilterra, sia nel solstizio d’inverno che nel solstizio
d’estate e quelle esperienze sono scolpite dentro come momenti di lucida
consapevolezza di ciò che sono...
Il nuovo Sole, il “Sole
bambino”, mette da parte oscurità, ombre e tristezze. Il Sole dorato illumina la
Terra e tutto ciò che essa ospita, riscalda e accende come il fuoco, porta la
vita ad uscire allo scoperto per godere del suo contatto vitale.
Il Natale è la
versione cristiana, ossia la copia recente, delle celebrazioni antiche
per l’avanzare del nuovo Sole. Infatti, il Natale è stato fissato al 25
dicembre da papa Giulio I (337-352) per creare una celebrazione alternativa a
quella “pagana” già esistente.
Nella Tradizione
celtica la festa di Yule, del solstizio d’inverno è collegata alla celebrazione
della morte –la notte più buia- ma anche al rinascere della vita, grazie
proprio alla trasformazione della morte che lascia emergere la nuova luce pian
piano.
Ognuno di noi può
riferire questo passaggio alla sua vita per accompagnare in modo consapevole
l’apertura verso la luce che avanza. Se voglio fare entrare nuova luce in una
stanza buia, devo aprire le porte…Non c'è trasformazione che non possa avvenire attraverso la tua scelta consapevole.
Buon Solstizio a
tutte e tutti!
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