sabato 29 luglio 2017

I nativi canadesi della First Nation che sono ancora vivi... nonostante i missionari cattolici



Alert Bay, nella piccola isola di Cormoran, a nord di Vancouver Island, è uno dei tanti luoghi del Canada in cui i popoli tradizionali, i cosiddetti nativi, sono molto attivi, svegli e finalmente riconosciuti nella loro identità e liberi di poter vivere e condividere le loro cerimonie sacre ed il loro spirito.


Qualche giorno fa ho assistito alle loro danze tradizionali che celebrano la connessione con tutti gli elementi della natura. Il messaggio forte e chiaro che arriva da loro è che senza connessione con la Natura, con la rete della vita, gli esseri umani sono destinati ad isolarsi e perdersi.

Hanno pagato sulla loro pelle questo isolamento a causa degli interventi di “correzione” da parte dell’uomo bianco (missionari e agenti del governo federale). Hanno rischiato di perdere per sempre la loro anima e la loro identità a causa di anni di sottomissione al potere gestito dalla stupidità e dall’arroganza dell’essere umano bianco, con la sua mania di conversione e “civilizzazione” degli esseri umani a suo modo “selvaggi”. 

Danze, cerimonie sacre, ossia i “potlatch”(cerimonie del “dare”), lingua nativa proibite e oggetti sacri confiscati, come maschere e totem, e finiti in collezioni private o in musei di varie parti del mondo, senza chiedere, ma prendendo e basta.

Questa vera e propria persecuzione si è conclusa nella prima metà del 1900, grazie all’azione coraggiosa da guerrieri di luce del popolo nativo, riuscendo a mandar via i missionarie a far chiudere la scuola/collegio del governativa. I nativi hanno letteralmente smontato gli edifici di chiesa e collegio e al loro posto adesso è sorto altro, che oggi esprime la loro cultura tradizionale, come il centro culturale U’mista. 
Questa è catarsi che guarigione l'anima!

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