Oggi nella mia meditazione quotidiana ho letto questo: ”ascoltare è un atto silenzioso d’amore.
Richiede assenza di commenti, giudizi e difese. A volte le cose che non
vogliamo sentire hanno il più grande potere di guarigione. Ascolta con
attenzione il tuo linguaggio e il modo in cui usi le parole per descrivere te
stessa/o, il tuo corpo, la tua sessualità, le tue abilità. Reclama il
linguaggio sacro".
Sapevi che un tempo il maiale/porco era tra gli
animali sacri alla Dea britannica Henwen? L’abilità del maiale di radicarsi nei
diversi luoghi della terra, era una importante metafora per esortare a piantare
i semi nella terra e seguirli fino al raccolto. Il “porco”, come altri animali
una volta considerati sacri, sono stati resi “sporchi”. Il porco invece ha
abitudini molto pulite. Chiamare un essere umano “porco” oggi è denigrante: se maschio, si
riferisce in genere a comportamenti di cura personale, alla sua sessualità o alle sue dimensioni fisiche”; se femmina si riferisce alla sua modalità sessuale che è eccitante per l'uomo.
I condizionamenti patriarcali sono evedenti anche in questo caso. E nel seminario Sessualmente 2.0, quando faccio notare quante espressioni sono influenzate dalla lettura maschilista, molte persone si stupiscono di quanto il linguaggio possa determinare la realtà che si vive.
Ciò che un tempo era sacro è diventato “sporco”. Forse è il
caso di ripartire dalla terra. Radicarci, avvicinando il nostro naso al terreno
per sentire e ascoltare, come sa fare benissimo il maiale!
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