Hai mai fatto caso alle tante espressioni
sessuofobiche che si usano nel linguaggio comune e che condizionano la mente umana
(di chi le usa) a vedere il mondo con occhi velati?
Ne riporto alcune squisitamente
italiane e ti invito a partecipare attivamente, arricchendo questa lista di
frasi fatte col tuo contributo, scrivendo il tuo commento alla fine di questo
post.
“Nudo/a come un verme”;
“Laddove non batte mai il sole”
(per indicare i genitali femminili o maschili);
“quelle cose” (per indicare le
mestruazioni);
“uccello” per indicare il genitale
maschile;
“seno” per indicare la tetta
femminile;
"Passione" (riferita alla tortura di Cristo)
etc.etc
Una sorte simile la seguono alcune
definizioni di malattie fisiche come “cancro” e “tumore” "Uno di quei mali"
Paura, tabù, vergogna accomunano
ancora eros e thanatos, Sesso e morte, vita e la sua assenza nello stesso
calderone. E questo connubio contribuisce enormemente a mantenere ipnotizzate
le menti automatiche di chi sceglie di vivere la propria vita quotidiana col
pilota automatico costantemente inserito. Ossia, senza rendersi conto, senza
chiedersi per un solo istante di cosa vuol dire respirare la vita vera, fatta
di piccoli e intensi istanti di consapevolezza nel tempo presente.
Nessun commento:
Posta un commento