giovedì 4 agosto 2016

Violenze sessuali come conseguenza di un meccanismo di perversione profonda



Accade che nei seminari di SessuaMente 2.0 partecipino persone che, durante l’esperienza, condividono di essere state abusate sessualmente nell’infanzia da parenti o preti o comunque da persone di cui si fidavano. Non ho mai conosciuto nessuna/o che sia uscito serena/o da queste esperienze di violenza sessuale. 

In genere i maschi dicono di avere vissuto periodi di confusione di genere sessuale (mi piacciono i maschi o le femmine?) e le femmine esprimono difficoltà di cambiare i loro atteggiamenti di sottomissione nei confronti di qualsiasi persona che si reputi soggettivamente importante.
In ogni caso, si perde la possibilità di vivere in modo sereno, naturale e del tutto piacevole la vita sessuale. 

Sappiamo che la mente focalizza la propria attenzione dove c’è una ferita, continuando a produrre emozioni e pensieri di rabbia, tristezza, paura o altro che nega la presenza di una prigione interiore: richiamando continuamente nel presente la vita passata e condizionando così anche le previsioni della propria vita futura, perdi la possibilità di sperimentare cosa vuol dire vivere il tempo presente, vivere al di là di ciò che propone la mente o il corpo, vivere attimi di consapevolezza di esistere.

Chi usa violenza di qualsiasi genere verso altri ha perso di vista il fatto che siamo tutti parte di una grande rete di scambio continuo di energie su tanti piani e del fatto che quando la rete comincia a perdere forza e consistenza tutto inizia a sfaldarsi. 

Questo tipo di persone persone è l’esempio di come i condizionamenti sessuali possano danneggiare profondamente se stessi ed altre persone. Vittime e carnefici diventano parte dello stesso meccanismo perverso di dissacrare la preziosità di ogni singola vita e lasciare nell’oblio il desiderio di libertà…   

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