mercoledì 12 settembre 2012

ACCECATI DALLA GELOSIA...

... riprendo l'argomento già trattato qualche giorno fa...
La gelosia è tra le prime cause di tradimento e di violenza nella
coppia.

Proprio qualche giorno fa i gironali italiani titolavano "... accecato dalla gelosia uccide...".

Il fascino del “proibito” è una molla che scatena comportamenti che tendono ad assecondare
il piacere del rischio e di ciò che non si “deve” fare.

D'altra parte se ricordate voi stessi da bambini,  quando un adulto diceva “non si fa”, questo veto faceva scattare automaticamente il desiderio di sperimentare proprio ciò che veniva vietato, al di là dell'esserene veramente interessati, ma spesso per il piacere di disobbedire.  Poi questo desiderio diventa sempre più coperto, a forza di punizioni verbali  o di altro genere, ma non per questo si annulla del tutto.

Crescendo di età, ci si abitua sempre più ad “obbedire”, anche quando non viene richiesto esplicitamente. E' così che funzionano i condizionamenti che ci arrivano dall'esterno: funzionano per il solo fatto che, in base alla cultura e alle norme sociali di comportamento, “si fa così”.

Questo porta la maggiorana delle persone a perdere l'atteggiamento critico sano verso ciò che arriva
dall'esterno, a dare per scontate molte cose, fino a non chiedersi più se un dato comportamento o sentire è buono, giusto e salutare per se stessi, al di à di ciò che si aspettano “gli altri”.      

Tornando alla gelosia nelle relazioni, ossia il ritenere un altro essere umano di mia proprietà non appena vi stabilisco una relazione cosiddetta “di cuore”, in realtà pone le prime basi per bloccare una relazione che coinvolge l'energia del cuore. 
La gelosia rende il cuore cieco.
E pone anche le basi per cominciare ad intessere tutta una serie di divieti che non si basano sulla libera scelta di condividere, ma  sul costringere e ingabbiare la libertà dell'altro che, tra l'altro, impedisce di scoprire il suo vero interesse nei nostri confronti.

In qualsiasi tipo di situazione,  se ci sentiamo liberi di andare e restiamo, allora vuol dire che lo stiamo scegliendo veramente.
Invece, se non ci sentiamo liberi di andare (per tutta una serie di veti spesso autoimposti) e ci costringiamo o ci costringono a restare, allora è più probabile che, per reazione, ci creiamo delle alternative (una vita parallela nella fantasia o nella realtà), dove possiamo sperimentare proprio ciò che viene vietato, sentirsi liberi, attratti dal piacere del rischio. Tutto questo permette di gestire, con meno disagio e dolore l'altra vita, fuggendo, però, dalla nostra responsabilità di mantenere integra la libertà di essere umano in ogni situazione e contesto in cui è possibile.

Pertanto, dopo un po, dall'euforia passiamo facilmente alla tristezza e al senso di insoddisfazione che fanno sentire “stretta” anche la vita parallela creata come reazione di fuga.
E nel frattempo la vita scorre e passa con la sensazione sempre più forte di sprecarla. Arrivano i rimpianti, e i giri di giostra che ci avvitano su noi stessi diventano infiniti... fino a che arriva l'esplosione distruttiva fuori o la malattia dentro.

A chi, leggendo, si sta identificando con questo modo di vivere, chiedo se ne vale la pena.

Nei miei seminari incontro sempre più persone che vivono questa condizione di prigionia indotta o subita (due facce della stessa bomba ad orologeria che distrugge le relazioni, anche quelle nate con le migliori intenzioni!).  La prigionia della gelosia che è un comportamento tra i più autodistruttivi e che, nelle culture patriarcali, come la nostra, viene scambiato per amore.

L'essere umano che, qualche migliaio di anni fa, ha iniziato a spostarsi di territorio e a conquistare altre terre cominciando a sentirle sue, non era innamorato di quelle terre, semplicemente decideva che erano sue perché rispondevano meglio ai suoi bisogni di allevare bestiame. Allora ha cominciato a difenderle da invasori che volevano le stesse terre e quando queste le venivano tolte, spinto dalla rabbia e la violenza partiva per conquistarne altre, o lottava all'ultimo sangue per mantenere le sue.

Chi ancora oggi ha il problema della gelosia (perché è un problema!), riproduce un meccanismo vecchio di millenni che ha sempre portato solo alla distruzione di cose e persone...   
Vi piace essere così?

1 commento:

  1. Penso esattamente le stesse cose, dal momento che le ho vissute di persona. Dopo vent'anni di matrimonio e tre figli, dove mi sono annullato per non dar adito alla gelosia di mia moglie di dar origine a discussioni, mi sono separato, lei naturalmente non riesce a comprendere il motivo, ma l'unica spiegazione che si da è quella secondo cui io avrei un'altra relazione. ma che non esiste .... vorrei tanto che leggessero questo post anche i suoi familiari che alimentano i suoi sospetti.....

    con stima

    Andrea

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