Accade che nei seminari di
SessuaMente 2.0 partecipino persone che, durante l’esperienza, condividono di
essere state abusate sessualmente nell’infanzia da parenti o preti o comunque
da persone di cui si fidavano. Non ho mai conosciuto nessuna/o che sia uscito
serena/o da queste esperienze di violenza sessuale.
In genere i maschi dicono di
avere vissuto periodi di confusione di genere sessuale (mi piacciono i maschi o
le femmine?) e le femmine esprimono difficoltà di cambiare i loro atteggiamenti
di sottomissione nei confronti di qualsiasi persona che si reputi
soggettivamente importante.
In ogni caso, si perde la
possibilità di vivere in modo sereno, naturale e del tutto piacevole la vita
sessuale.
Sappiamo che la mente focalizza la propria attenzione dove c’è una
ferita, continuando a produrre emozioni e pensieri di rabbia, tristezza, paura
o altro che nega la presenza di una prigione interiore: richiamando
continuamente nel presente la vita passata e condizionando così anche le
previsioni della propria vita futura, perdi la possibilità di sperimentare cosa
vuol dire vivere il tempo presente, vivere al di là di ciò che propone la mente
o il corpo, vivere attimi di consapevolezza di esistere.
Chi usa violenza di qualsiasi
genere verso altri ha perso di vista il fatto che siamo tutti parte di una
grande rete di scambio continuo di energie su tanti piani e del fatto che
quando la rete comincia a perdere forza e consistenza tutto inizia a sfaldarsi.
Questo tipo di persone persone è l’esempio di come i condizionamenti sessuali possano
danneggiare profondamente se stessi ed altre persone. Vittime e carnefici
diventano parte dello stesso meccanismo perverso di dissacrare la preziosità di
ogni singola vita e lasciare nell’oblio il desiderio di libertà…
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