martedì 27 dicembre 2016

Sesso e morte... gli "innominati" del linguaggio comune



Hai mai fatto caso alle tante espressioni sessuofobiche che si usano nel linguaggio comune e che condizionano la mente umana (di chi le usa) a vedere il mondo con occhi velati?
Ne riporto alcune squisitamente italiane e ti invito a partecipare attivamente, arricchendo questa lista di frasi fatte col tuo contributo, scrivendo il tuo commento alla fine di questo post.
“Nudo/a come un verme”;
“Laddove non batte mai il sole” (per indicare i genitali femminili o maschili);
“quelle cose” (per indicare le mestruazioni);
“uccello” per indicare il genitale maschile;
“seno” per indicare la tetta femminile;
"Passione" (riferita alla tortura di Cristo)
etc.etc

Una sorte simile la seguono alcune definizioni di malattie fisiche come “cancro” e “tumore” "Uno di quei mali"
Paura, tabù, vergogna accomunano ancora eros e thanatos, Sesso e morte, vita e la sua assenza nello stesso calderone. E questo connubio contribuisce enormemente a mantenere ipnotizzate le menti automatiche di chi sceglie di vivere la propria vita quotidiana col pilota automatico costantemente inserito. Ossia, senza rendersi conto, senza chiedersi per un solo istante di cosa vuol dire respirare la vita vera, fatta di piccoli e intensi istanti di consapevolezza nel tempo presente.     

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