martedì 12 gennaio 2016

Masturbazione si o no? Quante "seghe mentali" sulla libertà del piacere...




C’è ancora chi è convinto che la masturbazione provochi danni alla salute, però magari si vaccina ogni anno per non prendere l’influenza... (non sia mai che il sistema immunitario si ricordi come si fa a difendersi dai “nemici” esterni…).

Un decennio fa è stato trovato un pene di pietra nella caverna di Hohle Fels (Germania) risalente a 28 mila anni fa. In molte tradizioni tantriche, dalla Cina all’India, il pene è stato sempre considerato il simbolo della divinità maschile con cui le donne che sono in un percorso di sessualità sacra interagiscono. Anche nell’antica Grecia, quindi qualche secolo prima di Cristo, la masturbazione era considerata naturale, come mostrano molte immagini su ritrovamenti archeologici. 

Dal 1700 a causa di alcuni testi medici (da D. Tissot in poi) è nato il termine “onanismo” e con esso lo spauracchio che la masturbazione, soprattutto quella maschile, provocasse problemi fisici e addirittura la cecità.
Questa interpretazione da allora, pensate un po’, influenza l’inconscio di molte persone, soprattutto nel mondo patriarcale, che convivono con l’atteggiamento di “osare” la masturbazione come se fosse contro natura o sfidasse la punizione divina. Pertanto piacere e dispiacere si combinano in una lotta che di per se toglie molta energia.

Ci sono tradizioni come quella taoista in cui, è vero, l’eiaculazione maschile viene considerata una dispersione di energia preziosa pertanto si impara a guidare, lungo tutto il corpo fino alla testa, l’esplosione di energia che si sprigiona con l’orgasmo. Mentre la donna perde energia durante la sua ovulazione, pertanto il piacere e l’eiaculazione orgasmica non hanno bisogno di essere “trasmutate”.

Per chi non è interessato a questo tipo di percorso di consapevolezza e di elevazione della propria energia comunque la masturbazione, maschile e femminile, rimane un’esperienza naturale di piacere.
Come sempre quel che fa la differenza è il “come” si vive un’esperienza. 

In SessualMente 2.0, gli uomini si confrontano con lo schema della vergogna nel darsi piacere e la donna con lo schema che la masturbazione è strumento di piacere per il maschio che guarda. Ognuno col suo patrimonio di condizionamenti, perde così di vista l’ascolto del corpo e delle sue sensazioni.

Chi non ricorda nell’infanzia il piacere di esplorazione del corpo, il piacere di scoprire il piacere sessuale senza neanche sapere che nome dare a quelle sensazioni. Lo abbiamo fatto in modo naturale senza nessun “addestramento”.    
La masturbazione ci accomuna a molti altri mammiferi, primati e rettili che si danno piacere al di là dell’accoppiamento. Sperimentano puro e naturale “piacere di darsi piacere”.
Lemuri, oranghi, scimmie cappuccine, cetacei, elefanti, roditori, iguane, pipistrelli sono stati osservati nell’arte dell’autoerotismo soprattutto nella “stagione degli amori” e non mi pare che la cecità imperi tra quegli esseri viventi.

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