C’è ancora chi è convinto che la masturbazione
provochi danni alla salute, però magari si vaccina ogni anno per non prendere l’influenza...
(non sia mai che il sistema immunitario si ricordi come si fa a difendersi
dai “nemici” esterni…).
Un decennio fa è stato trovato un
pene di pietra nella caverna di Hohle Fels (Germania) risalente a 28 mila anni
fa. In molte tradizioni tantriche, dalla Cina all’India, il pene è stato sempre
considerato il simbolo della divinità maschile con cui le donne che sono in un
percorso di sessualità sacra interagiscono. Anche nell’antica Grecia, quindi
qualche secolo prima di Cristo, la masturbazione era considerata naturale, come
mostrano molte immagini su ritrovamenti archeologici.
Dal 1700 a causa di alcuni testi
medici (da D. Tissot in poi) è nato il termine “onanismo” e con esso lo
spauracchio che la masturbazione, soprattutto quella maschile, provocasse
problemi fisici e addirittura la cecità.
Questa interpretazione da allora,
pensate un po’, influenza l’inconscio di molte persone, soprattutto nel mondo
patriarcale, che convivono con l’atteggiamento di “osare” la masturbazione come
se fosse contro natura o sfidasse la punizione divina. Pertanto piacere e
dispiacere si combinano in una lotta che di per se toglie molta energia.
Ci sono tradizioni come quella
taoista in cui, è vero, l’eiaculazione maschile viene considerata una dispersione
di energia preziosa pertanto si impara a guidare, lungo tutto il corpo fino alla
testa, l’esplosione di energia che si sprigiona con l’orgasmo. Mentre la donna
perde energia durante la sua ovulazione, pertanto il piacere e l’eiaculazione orgasmica
non hanno bisogno di essere “trasmutate”.
Per chi non è interessato a questo
tipo di percorso di consapevolezza e di elevazione della propria energia comunque
la masturbazione, maschile e femminile, rimane un’esperienza naturale di
piacere.
Come sempre quel che fa la
differenza è il “come” si vive un’esperienza.
In SessualMente 2.0, gli uomini
si confrontano con lo schema della vergogna nel darsi piacere e la donna con lo
schema che la masturbazione è strumento di piacere per il maschio che guarda.
Ognuno col suo patrimonio di condizionamenti, perde così di vista l’ascolto del
corpo e delle sue sensazioni.
Chi non ricorda nell’infanzia il
piacere di esplorazione del corpo, il piacere di scoprire il piacere sessuale
senza neanche sapere che nome dare a quelle sensazioni. Lo abbiamo fatto in
modo naturale senza nessun “addestramento”.
La masturbazione ci accomuna a
molti altri mammiferi, primati e rettili che si danno piacere al di là dell’accoppiamento.
Sperimentano puro e naturale “piacere di darsi piacere”.
Lemuri, oranghi, scimmie
cappuccine, cetacei, elefanti, roditori, iguane, pipistrelli sono stati
osservati nell’arte dell’autoerotismo soprattutto nella “stagione degli amori” e
non mi pare che la cecità imperi tra quegli esseri viventi.
Concordo pienamente.
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