lunedì 9 giugno 2014

Fisica quantistica, meditazione e onde cerebrali: un matrimonio difficile, ma inevitabile!



Ho ricevuto dalla Quantum University di Honolulu i risultati circa i due esperimenti che ho condiviso su Facebook e sulla mia pagina di GooglePlus  per verificare l'influenza ed il potere dell'intenzione di molte persone in stato di meditazione sulla guarigione di un’unica persona.

Malgrado migliaia di persone di tutto il mondo (ovviamente me compresa...), collegate in diretta attraverso la tv online della Quantum University abbiano partecipato  ai due esperimenti, sono mancate le prove scientifiche necessarie per poter provare l'ipotesi che l'intenzione di guarigione formulata in una stato meditativo, che crea quanto meno onde cerebrali alpha, possa avere esito positivo in chi riceve quell'intenzione, verificabile attraverso la misurazione del cambiamento delle sue onde cerebrali.
In effetti, è mancata prima di tutto la  possibilità di poter verificare che tutti i partecipanti agli esperimenti, connessi dal tutto il mondo, fossero nello stesso stato meditativo…
In ogni caso, questi risultati non invalidano la certezza che quando rallentiamo le nostre onde cerebrali, durante la veglia, entriamo in uno stato di coscienza dal quale è più facile creare una realtà, cambiare intenzioni e connettersi a quella parte di noi meno automatica. Ricerche e prove neuroscientifiche in tal senso sono ormai molto diffuse e tra l'altro confermano ciò che le Tradizioni sanno da sempre, che l'uomo, nella sua essenza, è creatore della sua Realtà, cosa confermata ormai anche dalla Fisica Quantistica. Personalmente uso vari tipi di meditazioni da diversi anni, alcune indotte dall'ascolto di suoni che riproducono diverse frequenze e, per me è diventato molto più facile entrare in uno stato di ascolto interiore e vivere momenti di coscienza in cui mi rendo conto di esistere davvero...

1 commento:

  1. Convalido quanto citato da Maria, aggiungendo che in moltissimi casi di coma di secondo grado non indotto, la somminitrazione dell'ascolto bi-aurale di suoni di determinate scale di frequenza (in genere dai 350 ai 2000 Hz), in azione combinata con l'ascolto di musiche che il comatoso era solito ascoltare, il ritorno alla realta' terrena e' pressoche' costante.
    Nella valutazione e studio dello stato di veglia e attenzione in persone con deficit neurologico a livello corticale o subcorticale, l'ascolto di frequenze specifiche ad impulso non costante, permette una soglia di attenzione molto piu' intensa del normale.
    Per quanto riguarda la fase sperimentale della Quantum University, credo che debba essere controllato se il protocollo sperimentativo (qualora esstente) sia stato seguito alla lettera, dopo preventiva sperimentazione su modello matematico o in simulatore.
    Mikhail Lermontov

    RispondiElimina