mercoledì 27 gennaio 2010

ASPETTANDO L'INCONTRO SESSUALE… MENTRE LA VITA SCORRE


Quando poniamo molta energia e fiducia nelle aspettative la nostra vita si sposta nel futuro, anche temporalmente. Le aspettative costituiscono una componente preziosa per riuscire a programmare la nostra vita, le nostre azioni e vivere come se gli eventi futuri fossero già accaduti per far si che accadano davvero. Quando esse diventano predominanti, però, il rischio è di lasciar scorrere gli eventi del presente senza molte attenzioni, evitando di fare esperienza (unica vera realtà!). In questo caso la nostra attenzione selezionerà ciò che risponde alle aspettative e tenderà a non considerare tutto il resto, o a considerarlo solo come uno sfondo informe e confuso di scarso rilievo.
Le aspettative possono creare dipendenza con l’oggetto o l’esperienza o la relazione attesa, condizionando scelte ed emozioni. Ad esempio, una persona che si aspetta di essere amata dal partner in un certo modo e a determinate condizioni crea un rapporto di dipendenza per cui tutti i comportamenti che rientrano nel soddisfare l’aspettativa vengono esaltati; tutti quelli che non rispondono all’aspettativa, invece, creano delusione, critiche ed insoddisfazione. Nelle relazioni in cui la sessualità è una tra le componenti predominanti, spesso, le aspettative guidano le nostre scelte (mi piaci perché ti immagino così…., mi piaci perché ti vorrei in quest’altro modo…, fino ad oggi ho vissuto le mie relazioni in un certo modo ma ora che ho incontrato te vorrei e mi aspetto, un’altra cosa, etc. etc.). Molte volte, come terapeuta, mi capita di assistere, come in un ring, a lotte tra coppie in cui pian piano scopriamo insieme che basta ridefinire come si è ed esprimere chiaramente cosa si vuole dalla relazione con il partner per interrompere un meccanismo di autodistruzione alimentato proprio dalle aspettative delle due persone.
Spesso le aspettative sono proiezioni di desideri non appagati per sé stessi. Il partner, allora, diventa un “altro me” che, come tale, “deve” conoscere i miei desideri anche se non li verbalizzo, “deve” comprendermi, deve pensarla come me, deve, deve, deve... Ci sono persone che, a causa di vissuti personali sgradevoli del passato, continuano ad attendere eventi negativi anche nella propria vita presente e futura. Le “profezie” personali tendono ad auto-avverarsi, come ci insegna anche la fisica quantistica.
Gli attori della nostra vita, delle nostre scelte siamo noi in prima persona, che come particelle di un atomo tendiamo ad essere attratti da qualcosa e ad essere allontanati da qualcos’altro, a vedere alcuni aspetti della realtà e a non vederne altri in base a ciò che siamo, che vogliamo o di cui abbiamo paura.
Ciò che viviamo giorno per giorno è frutto di ciò che scegliamo. Questa consapevolezza, scomoda per certi versi, è sempre il trampolino di lancio per qualsiasi cambiamento personale nel presente: anche quando il nostro passato è stato costellato di eventi spiacevoli (a volte spettatori inermi di una “vita subita”), comprendere che presente e futuro sono il prodotto di ciò che scegliamo in prima persona pone le basi di qualsiasi cambiamento personale. Allora anche le nostre “casualità” (incontri, relazioni, eventi inaspettati) seguiranno le nostre scelte profonde, pur se la nostra parte razionale stenterà a riconoscerle come collegamenti all’interno di una precisa trama di vita.
Come l’attrazione sessuale tra due individui, femmine o maschi che siamo, le nostre personali “casualità” seguono leggi incomprensibili per la nostra parte logica, non per il nostro intuito!

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